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L'autore propone una nuova ortografia che serve a scrivere in modo parzialmente uniforme tutti i dialetti lombardi simile alle ortografie delle lingue di recente normazione: occitano, catalano, gallese, ladino. Radicata nella tradizione letteraria lombarda più antica, cioè medievale: Belcalzer, Bonvesin, Uguçon ecc. Grazie a essa, chi parla un qualunque dialetto lombardo potrebbe scrivere un testo di interesse sovraprovinciale, comprensibile per tutti gli altri lombardofoni, senza dover pensare in un dialetto diverso dal proprio, senza nascondere del tutto l'identità del proprio dialetto nello scritto. Tale ortografia incentiverebbe ogni lombardofono all'uso orale e scritto del proprio dialetto molto più di quanto possano fare le ortografie oggi in uso. Basando le proprie scelte sui consigli degli accademici specialisti in rivitalizzazione linguistica, l'autore presenta questa proposta ortografica come uno dei passi necessari per la rivitalizzazione del lombardo che ha per obiettivo concreto la ripresa della trasmissione intergenerazionale della lingua e che prevede necessariamente un aumento della funzionalità sociale del lombardo orale.